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L'occhio secco si cura così!

Gente - marzo 2007
Si risolve con colliri, un intervento ambulatoriale e il laser.

Finalmente possiamo risolvere un fastidioso disturbo, la cosiddetta malattia dell’occhio, relativa alla scarsa produzione di liquido lacrimale. Le più moderne tecniche adottate in campo oculistico possono ovviare a questo disturbo, fastidioso e molto diffuso».
A dare l’importante annuncio è il dottor Carlo Vanetti, microchirurgo oculare a Milano, membro dell’ASCRS. American Society of Cataract and Refractive Surgery

In che Cosa consiste li disturbo che chiamiamo ‘occhio secco”?
«Il termine “occhio secco” è riferito alla sensazione provata da chi soffre di scarsa o inefficace produzione di lacrime. Chi ha questo disturbo accusa bruciori, sensazione di corpo estraneo, talvolta arrossamento come quando entra nell’occhio della sabbia o della polvere. La palpebra, specialmente al mattino, tende ad appiccicarsi alla cornea e ostacola l’apertura dell’occhio. In alcuni casi si può arrivare a un appannamento visivo».

Perché si verifica?
«Per varie cause. Prima causa; l’età avanzata. Con l’età tende a cambiare la composizione chimica delle lacrime che normalmente hanno un determinato contenuto di acqua, sostanze arasse e sali minerali. La lacrima così modificata protegge e lubrifica meno la conica e si scatenano i sintomi. Paradossalmente, in questo caso, l’occhio secco non si manifesta asciutto ma, al contrario, è vittima di una lacrimazione abbondante, ma inefficace».

Quali sono le altre cause?
«Nelle donne l’occhio secco può essere causato dalla menopausa. Intatti, i cambiamenti ormonali determinano anche una diminuzione della capacità produttiva delle ghiandole deputate alla secrezione delle lacrime. In rari casi può manifestarsi una malattia che si chiama sindrome di Sjogren, che provoca una secchezza delle mucose tra cui quelle dell’occhio. Infine, abbiamo cause esterne; il vento o l’inquinamento atmosferico, nonché il clima secco dato dal riscaldamento o dal condizionamento delle nostre case. Anche alcuni farmaci, come gli antistaminici, i cortisonici, gli psicofarmaci o i betabloccanti possono ostacolare la normale produzione di lacrime”.

Quali cure consiglia per risolvere il problema?
«Innanzitutto suggerisco l’uso di lacrime artificiali: colliri che vanno usati più volte al giorno per sostituire le lacrime naturali nel lavoro di lubrificazione e protezione della cornea. Consiglio poi alcuni interventi chirurgici che si praticano da qualche tempo e che danno ottimi risultati».

In che cosa consistono?
«Premetto che si tratta di tecniche che possono essere svolte in ambulatorio e che sono praticamente indolori. Il paziente torna a casa senza bende e con il pieno controllo della vista. La prima tecnica, consiste nel chiudere con un microtappo di silicone, il Panctum plug, grande come una capocchia di spillo, il canale che drena le lacrime e che collega l’occhio al naso e alla gola. Questo determina il ristagno di una maggiore quantità di lacrima nell’occhio sufficiente per tenerlo meglio umidificato. Se questa tecnica dà buoni risultati si può cauterizzare con il laser l’ingresso del canale, in modo da rendere l’operazione definitiva.

I pazienti che si sottopongono a questi interventi devono prendere precauzioni particolari?
«Si, ma si tratta di accorgimenti semplici. Il Punctum plug richiede un po’ di attenzione; evitare di strofinare l’occhio e, per le donne, di truccarsi almeno finché il tappo ha trovato una sua sede stabile, cioè circa dieci giorni. Nel caso dell’intervento con il laser raccomando di attendere la classica settimana per la completa cicatrizzazione e poi si può riprendere la vita normale di tutti i giorni, senza alcuna limitazione».

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